la recensione di Morbius

MORBIUS | Recensione del film di Daniel Espinosa

L’Universo Cinematografico Sony è ancora in una fase embrionale e c’è un bel po’ di confusione ai piani alti. La collaborazione con la Marvel sta certamente riempendo le casse della major, ma ancora non si vedono tracce di quello SpiderVerse atteso con l’arrivo di Venom. Ora che è uscito in sala Morbius, uno dei cattivi dei fumetti dell’Uomo Ragno, il caos regna sovrano. Le due scene post credit, attese come momento chiave per unire tutti i film, hanno letteralmente fatto infuriare i fan. Non vogliamo giudicare le scelte di marketing della Sony per portare il pubblico in sala sfruttando l’enorme successo di Spider-Man. Preferiamo concentrarci sulla pellicola che si è dimostrata piacevole in modo inaspettato, viste le varie critiche arrivate ancora prima dell’uscita in sala.

Proprio come la maggior parte dei film Marvel, anche Morbius è essenzialmente un cine-fumetto che racconta l’eterna lotta tra il bene e il male. Il dottor Michael Morbius (Jared Leto) è uno scienziato vincitore del premio Nobel. Soffre sin dall’infanzia di una malattia del sangue, ma ciò non gli ha impedito di aiutare gli altri. Riesce a trovare una cura per il suo male, ma questa presto si trasforma in una maledizione. Il rimedio infatti lo trasforma in un vampiro assetato di sangue. Tuttavia, Morbius è consapevole di cosa è diventato e fa di tutto per non uccidere persone innocente. Il suo migliore amico Milo (Matt Smith), però, non è della stessa idea. Soffrendo della stessa malattia di Morbius, un risentito Milo abbraccia i poteri vampireschi della “cura” e sparge sangue di persone innocenti per tutta la città. L’unico che può fermarlo è proprio il dottor Morbius.

Morbius segue un canovaccio semplice e lineare. Il regista Daniel Espinosa (Life) e i suoi co-sceneggiatori (Matt Sazama e Burk Sharpless) si affrettano a sviluppare una storia delle origini che, seppur banale, la rende un unicum nell’universo cinematografico Sony. La narrazione si sviluppa rapidamente in confronti serrati che in alcuni casi riescono a coinvolgere lo spettatore. Quando si abbassa il ritmo, però, rischia di subentrare la noia.

Va riconosciuta comunque una certa perizia nel modo in cui vengono messi in scena gli scontri. Non c’è un eccesso di azione o di spargimento di sangue. I due elementi sono distribuiti in tutta la sceneggiatura in un modo che lascia un impatto e che potrebbe anche suscitare una certa paura nei più piccoli. Ovviamente, alla fine è una storia tratta da un fumetto Marvel, quindi Espinosa cerca di limitare inutili eccessi.

L’atmosfera inquietante e oscura domina lo schermo. Sia ​​l’eroe che il cattivo usano i loro poteri “malvagi” per fare ciò che ritengono giusto. L’unica parte “colorata” è il modo in cui il dottor Morbius e Milo lasciano dietro di sé fumose tracce psichedeliche, mentre saltano sui tetti e si lanciano dai grattacieli. A livello stilistico è l’unico aspetto degno di nota rispetto a quanto abbiamo già visto nei cinecomic Sony/Marvel.

Jared Leto interpreta agevolmente il doppio ruolo di Morbius: il dottore malato e claudicante, e il bellissimo vampiro dagli addominali scolpiti e dallo sguardo magnetico. Il lavoro in CGI, in particolare sui lineamenti del viso, è piuttosto efficace e spaventoso. Matt Smith e Adria Arjona sono bravi a interpretare Milo e Martine, personaggi però non eccezionali per via di una scrittura generale abbastanza superficiale.

Nel complesso, Morbius soddisferà quasi tutti gli appassionati di film di supereroi. La storia scorre veloce senza inutili corse al colpo di scena o arzigogolate trame nascoste. Quello che più resta dei 90 minuti del film sono le coreografie acrobatiche che sfidano la forza di gravità, i combattimenti spettacolari a rallenty e gli effetti speciali che compensano le mancanze di una storia che – a dirla tutta – ha come unico difetto di intrecciarsi in origine con quella di Spider-Man.

(Morbius, di Daniel Espinosa, 2022, fantasy, 108′)

Autore dell'articolo: moviedigger