Scena di Nostalgia

NOSTALGIA | Recensione del film di Mario Martone

Presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes, Nostalgia segna il ritorno di Mario Martone in sala a pochi mesi da Qui rido io. Un nuovo film che ha ancora una volta Napoli al centro di tutto.

Tratto dal romanzo di Ermanno Rea uscito postumo nel 2016, Nostalgia è un film sul ritorno. Felice Lasco torna a Napoli dopo quarant’anni di assenza. Aveva lasciato la città appena quindicenne per lavorare all’estero, prima a Beirut, poi in Sud Africa, infine in Egitto. Nei suoi viaggi ha avviato una riuscita carriera da imprenditore, ha dimenticato l’italiano e il napoletano ed è diventato un raffinato signore più mediorientale che partenopeo. Non conosciamo subito il motivo del suo rientro. Sappiamo che lo aspetta una madre anziana, e che un legame oscuro e invincibile lo lega a Oreste Spasiano, il suo amico d’infanzia diventato boss del Rione Sanità. Lo chiamano tutti ‘O Malommo per la sua violenta ferocia, ma Felice ha bisogno di vederlo.

Arrivato al suo decimo lungometraggio, Martone si affida ancora una volta alla sua città e ai suoi interpreti. Nostalgia è un film in cui i personaggi e Napoli dialogano in continuazione per creare uno scambio che arriva diretto agli occhi di chi guarda. Il Felice Lasco interpretato da un eccellente Pierfrancesco Favino è il motore principale del film. È attraverso i suoi occhi e la sua bocca che si riappropriano poco alla volta di Napoli che il pubblico segue l’evoluzione del film, ma non è solo. A fargli da contraltare c’è Tommaso Ragno nei panni di ’O Malommo, abitante della Napoli più oscura, che si muove nelle tenebre dei vicoli per non farsi riconoscere. Punto mediano tra i due è Don Luigi (Francesco Di Leva), prete agguerrito con la sua corte di giovani da salvare.

È attraverso questi tre personaggi che si sviluppa la nostalgia. Una nostalgia di un’epoca diversa, di un passato che non è stato, di un presente negato, di un futuro di speranza.

Quest’ultimo Festival di Cannes ha dimostrato che il cinema italiano è ancora in grado di realizzare grandi opere, anche se sono mancati i premi. Se Esterno notte di Bellocchio ha dato un nuovo volto alla serialità, Nostalgia ci ricorda la grandezza della scrittura e dell’interpretazione.

Lasco e Spasiano si attraggono e respingono per tutto il film. È la tensione tra i due che sembra costruire la città attraverso i ricordi di Felice. Quando finalmente si incontrano quello che viene fuori è un confronto degno di essere ricordato nelle pagine migliori del cinema.

(Nostalgia, di Mario Martone, 2022, drammatico, 119’)

Autore dell'articolo: Francesco Vannutelli