Spiral - L’eredità di Saw

SPIRAL – L’EREDITÀ DI SAW | Recensione del nono film della saga horror

Nel lontano 2004 Leigh Whannell e James Wan crearono dal nulla SawL’enigmista, un thriller – a quel tempo – originale e spaventoso con un finale pazzesco. L’inaspettato successo del film lo ha trasformato in uno dei franchise horror più redditizi della storia del cinema, giunto oggi al capitolo numero nove, Spiral – L’eredità di Saw.

Senza scomodare John Kramer (Tobin Bell) quest’ultimo capitolo cerca in tutti i modi di smarcarsi dal passato ed esplorare nuove strade, ma il regista Darren Lynn Bousman non riesce a spezzare quella spirale di “già visto” iniziata con Jigsaw. La saga che più volte ha virato verso il gore all’inizio sembra cambiare pelle mostrandosi come un film poliziesco ma senza la perizia e l’accuratezza del genere tanto caro alla televisione (anche la mite signora Fletcher si arrabbierebbe).

Lavorando all’ombra di uno stimato veterano della polizia (Samuel L. Jackson), lo sfrontato detective Zeke (Chris Rock) e il suo partner alle prime armi (Max Minghella) si occupano di una sconvolgente indagine su omicidi che ricordano l’inquietante passato della città. Inconsapevolmente intrappolato in un mistero che si infittisce sempre di più, Zeke si trova al centro del morboso gioco dell’assassino.

La premessa principale era intrigante, intelligente e molto attuale: un dipartimento di polizia corrotto e fuori controllo che uccide testimoni scomodi e inquina le prove. Questa tematica socio-politica poteva essere approfondita in fase di scrittura per dare maggior spessore alla pellicola, ma è utilizzata solo come pretesto per innescare le azioni dell’assassino. E se per un attimo si poteva immaginare una crime story dagli esiti inaspettati, la superficialità delle procedure investigative, il modus operandi del killer (sempre uguale), i dialoghi assurdi tra gli agenti e soprattutto i ridicoli flashback (i baffi finti in primo piano, no!), ci hanno riportato subito alla nuda e cruda realtà. 

Francamente il livello della produzione è molto scadente, appena sufficiente anche per un veloce passaggio su qualche piattaforma streaming; tra i tanti elementi che non funzionano c’è la coppia padre/figlio, interpretata da Samuel L. Jackson  e Chris Rock, che – a loro discolpa – non può fare miracoli con un copione così scadente.

Ciò non vuol dire che i fan di Saw resteranno delusi, anzi! Gli irriducibili del gioco saranno sicuramente appagati dalle torture progettate dall’assassino; però dopo nove film, è lecito domandarsi se i giochi di Saw riescano ancora  a scioccare e far girare dall’altra parte lo spettatore. Sinceramente il sangue e la carne maciullata non ci hanno regalato alcun brivido (forse è colpa nostra che siamo abituati a tutto).

E per concludere in bellezza, non perdetevi il gran finale con l’immancabile colpo di scena – prevedibile sin dalle prime scene per gli spettatori più attenti – che lascia aperta la porta per seguiti che speravamo di evitare proprio per fermare una volta per tutte questa terribile spirale di bruttezza.

(Spiral – L’eredità di Saw di Darren Lynn Bousman, horror 2021, USA, 93 min)

Autore dell'articolo: moviedigger