Mad God, il testamento artistico di Phil Tippett, uno dei più grandi effettisti del cinema (Star Wars e Jurassic Park), è un film d’animazione in stop-motion a tecnica mista (per capirci ci sono anche scene in computer grafica e con attori in carne e ossa) che ha visto la luce nel 2021 dopo trent’anni di gestazione.
La sua realizzazione è stata un viaggio lungo e travagliato, pieno di ostacoli e sfide creative. L’idea di Mad God nacque nella mente di Tippett all’inizio degli anni ’90, mentre lavorava agli effetti speciali di Robocop 2. Inizialmente concepito come un cortometraggio, il progetto si è rapidamente ampliato fino a diventare un lungometraggio.
La realizzazione del film è stata ostacolata da numerose difficoltà finanziarie e tecniche. Tippett ha sovvenzionato il progetto in gran parte di tasca propria, ricorrendo anche al crowdfunding per raccogliere fondi aggiuntivi, arrivando ad un budget di 150.000 dollari. La complessità della stop-motion e la natura ambiziosa del film hanno richiesto tempi di produzione lunghissimi.
Nonostante le sfide, Tippett e il suo team hanno perseverato, spinti dalla passione per il progetto. La loro dedizione è stata premiata con la realizzazione di un film unico nel suo genere di cui si parlerà per molto tempo.
Mad God non è un semplice film d’animazione. È un capolavoro visionario che racconta un incubo senza fine, un’allucinazione distopica che scuote nel profondo la salute mentale e l’anima di chi avrà il coraggio di approcciarsi all’opera. Il film è caratterizzato fin dall’inizio da una narrazione non lineare come fosse un insieme astratto di sensazioni. La stop-motion, magistralmente utilizzata, dà vita a un mondo marcio e putrefatto, popolato da creature deformi e grottesche, imprigionate in un ciclo infinito di sofferenza e morte. Si assiste ad un’apocalisse senza speranza che non può lasciare indifferenti.
La trama, seppur criptica, è un viaggio demoniaco attraverso diversi livelli di un inferno dantesco. Il film si apre con una immagine della Torre di Babele che viene avvolta dalle nubi di una tempesta, seguita dalla ripresa di una pergamena che cita un passaggio del Levitico, che allude alla furia divina e al castigo nei confronti dell’umanità.
Un personaggio vestito da esploratore, con l’aiuto di una misteriosa e sbrindellata mappa, si avventura in questo regno di terrore, osservando con orrore le aberrazioni che lo abitano, verso una non precisata destinazione. La sua discesa è un’odissea kafkiana, dove la logica è sovvertita e la crudeltà regna sovrana.
Lo stile di Tippett è inconfondibile. La stop-motion è usata con una perizia maniacale, dando vita a un universo di dettagli macabri e grotteschi. Le creature, frutto di un’inventiva visionaria, sono incubi ad occhi aperti, deformi eppure stranamente familiari. Il sound design, cupo e opprimente, amplifica l’atmosfera di terrore e alienazione.
Mad God è una pellicola di rara bellezza per pochi eletti. La sua natura disturbante e la sua visione pessimistica dell’esistenza potrebbero risultare indigesti a molti. Tuttavia, per chi è in cerca di un’esperienza cinematografica unica e provocatoria, Mad God è un’opera imperdibile, un “instant cult”. È un viaggio di sola andata all’inferno (ancora non abbiamo capito se c’è un ritorno), un’esplorazione dell’animo umano nelle sue pieghe più oscure. Un capolavoro visionario che rimarrà impresso nella memoria a lungo.