Elemental

ELEMENTAL | Recensione del film Pixar di Peter Sohn

Non è un segreto che la Pixar stia vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia. Tra licenziamenti del personale, recenti flop al cinema (Lightyear) e spostamenti forzati su Disney+ (Luca), arriva nelle sale Elemental. Una sorprendente commedia romantica che vi farà di nuovo innamorare della Pixar.

Il nuovo film dello studio nasce dalla mente del regista Peter Sohn (Il viaggio di Arlo) che si è ispirato alla storia dei genitori migranti. Oltre al tema dell’immigrazione, Elemental racconta la storia d’amore tra due “persone” apparentemente molto diverse. Ember Lumen (Valentina Romani) e Wade Ripple (Stefano De Martino), rispettivamente un elemento di fuoco e di acqua. Dopo un incontro decisamente poco amichevole, i due faranno squadra per scoprire un mistero che affligge il quartiere del fuoco di Elemental City. Finiranno per avvicinarsi sempre di più.

Diciamolo subito: Elemental è un bel film. È splendidamente animato, ha una bellissima colonna sonora (Thomas Newman) e la storia è commovente. Tuttavia, manca quel quid in più che di solito ci si aspetta da una pellicola Pixar. Ci sta: non sempre si possono realizzare capolavori come Inside Out e Up.

Ambientato in una città in cui convivono gli elementi di fuoco, acqua, terra e aria, fin da subito si percepisce il buonismo di facciata di quel mondo. Tanto accogliente e moderno ma che in realtà nasconde una società piena di pregiudizi nei confronti del fuoco. Per colpa di questa ingiustificata paura, Ember vive chiusa nel suo piccolo universo. Il negozio del padre è il mondo in cui cresce nella convinzione di dover seguire le orme paterne rinunciando ai propri sogni.

Parlare di immigrazione e di discriminazione in un film rivolto anche ai bambini non è semplice. Ogni persona ha la propria sensibilità e ha vissuto esperienze diverse. Purtroppo la storia dei genitori di Ember sembra fin troppo familiare ed è facile provare empatia per Ember e i suoi genitori. È un bene, però, che il regista non si soffermi troppo su questa tematica delicata di grande attualità, perché avrebbe distolto l’attenzione dall’elemento più importante: l’amore.

Elemental non parla solo di temi impegnati. Racconta soprattutto l’inizio di un rapporto speciale tra due elementi solo apparentemente incompatibili, Wade e Ember. Lei è fuoco anche nello spirito, e questo la rende irascibile e sempre sul punto di esplodere. Lui è l’esatto opposto: calmo e fin troppo sensibile. Insieme riusciranno a superare la loro naturale incompatibilità.

A livello tecnico, gli animatori hanno fatto un lavoro straordinario. Il design di Elemental City è una meraviglia e ricorda molto da vicino Zootropolis. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e ognuno possiede delle abilità uniche. Osservare gli elementi interagire, come l’uso della sabbia da parte di Ember per creare sculture di vetro o come Wade si mischia all’acqua, ascoltando la colonna sonora di Newman è magico.

La storia di Elemental non è all’altezza dell’animazione, ma per chi scrive non è assolutamente un problema, anzi. Le storie semplici, se inserite nel giusto contesto, possono arrivare al pubblico in modo più diretto e travolgente. La ciliegina sulla torta di questo bellissimo spettacolo è il tenerissimo corto dedicato al protagonista di Up. È stato uno spasso vedere Carl Fredricksen prepararsi ad un primo appuntamento aiutato dal suo adorabile cane parlante Dug.

(Elemental di Peter Sohn. 2023, animazione, 103′)

Autore dell'articolo: moviedigger