La Fase 5 del Marvel Cinematic Universe sta per concludersi e con Thunderbolts si chiude il lungo ciclo di preparazione che ha gettato le basi per il gran finale della discussa “Saga del Multiverso”.
Inizialmente accolto con tiepido interesse, il film sui Thunderbolts, il più celebre gruppo di antieroi Marvel, ha progressivamente catturato l’attenzione del pubblico, emergendo come uno dei cinecomic più attesi dell’anno (insieme a I Fantastici Quattro – Gli inizi). Forte delle premesse narrative disseminate nei vari film e serie televisive successivi a Endgame, Thunderbolts si preannuncia come una sorta di “Avengers del lato oscuro”: i personaggi che abbiamo conosciuto come antagonisti si troveranno ora a ricoprire il ruolo di protagonisti, riuniti in una squadra inedita.
Le formazioni dei Thunderbolts nei fumetti sono state numerose e quella selezionata per il film di Jake Schreier inizialmente non appariva tra le più eterogenee. Quasi tutti i protagonisti sembravano condividere la stessa tipologia di potere (la superforza) e si percepiva l’assenza di una leadership realmente carismatica, paragonabile a quella del Barone Zemo. Tuttavia, i primissimi trailer hanno evidenziato una chiara alchimia tra i personaggi e gli interpreti, conquistando rapidamente anche i fan inizialmente più scettici.
La rivelazione di Sentry/Void – una delle figure più imponenti nella storia Marvel – come la principale minaccia, ha rappresentato il culmine di un percorso che ha visto questo titolo passare da una timida accoglienza iniziale, anni or sono, a un’uscita ora carica di grandi aspettative.
Il governo degli Stati Uniti sta indagando sulla Contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus). In un mondo in subbuglio (l’ultimo presidente degli Stati Uniti si è trasformato in un mostro rosso), la sua rete di sicari composta da Yelena Belova (Florence Pugh), John Walker (Wyatt Russell), Taskmaster (Olga Kurylenko) e Ghost (Hannah John-Kamen) ha preso sempre più potere. Con un processo in corso, la Contessa deve sbarazzarsi di tutte le prove che la collegano ad attività illecite, tra cui una riguardante un personaggio enigmatico di nome Bob.
Lasciandosi alle spalle un periodo impegnativo di incessanti riscritture e riprese aggiuntive, Thunderbolts si presenta come un racconto ben orchestrato, intimamente legato alle vicende personali e alle debolezze dei suoi protagonisti. In quello che si configura come uno dei film più adulti dell’MCU, la profondità dei personaggi permette di indagare temi significativi come la solitudine e la depressione.
Per una volta, apprezziamo che i trailer non abbiano svelato l’intero film, e preferiamo non anticipare alcuna sorpresa, specialmente quella legata all’asterisco. Tuttavia, possiamo anticipare che il comparto dei villain, spesso un punto debole dei film del MCU, questa volta risulta davvero ben strutturato. La pellicola offre un equilibrio notevole, alternando con efficacia azione, dialoghi profondi e ironia, il che conferisce un ritmo narrativo fluido e coinvolgente. Dal punto di vista attoriale, spicca una Florence Pugh sempre più padrona della scena, ma è doveroso menzionare l’esilarante interpretazione di Red Guardian da parte di David Harbour. Non mancano i collegamenti con gli sviluppi futuri della trama principale, ma a quelli si penserà a tempo debito.
Alla fine del film ci sono due scene post-credit.