Il marketing può essere sia un alleato che un pericoloso avversario per un film. Le prime impressioni, a causa di trailer e post social, influenzano inevitabilmente le aspettative. A volte, l’hype generato è talmente alto che si tende a giudicare un film negativamente solo perché siamo stati condizionati prima. Spesso ci è capitato di riguardare un film che non ci era piaciuto in precedenza e di cambiare idea.
Purtroppo, i contenuti che pubblicizzano Companion, l’opera prima dello sceneggiatore Drew Hancock, anticipano al pubblico una svolta di trama piuttosto importante che il film svela solo dopo mezz’ora. Forse i più attenti potranno intuirla dopo poche scene, ma è davvero un peccato. La sceneggiatura di Hancock, coinvolgente e inquietante al punto giusto, crea la giusta attesa prima che gli ingranaggi di questo misterioso thriller d’amore inizino a girare. E tutto questo è vanificato proprio dal marketing.
In Companion, Sophie Thatcher (nota per il film horror Heretic) interpreta Iris, una ragazza follemente innamorata di Josh (Jack Quaid, famoso per la serie The Boys), il ragazzo perfetto. Come in una tipica commedia romantica, Iris è convinta di aver trovato l’amore della sua vita, almeno fino a quando, come rivela la voce narrante, lo uccide.
La storia vera e propria inizia con Josh e Iris in viaggio verso una villa da sogno isolata per trascorrere un weekend con gli amici. Il gruppo, composto da personaggi piuttosto eccentrici come il proprietario di casa Sergey, la sua antipatica ragazza Kat, il simpatico Eli e il suo affascinante fidanzato Patrick, si ritrova a vivere un fine settimana da incubo.
Quando nella seconda parte del film esplode la violenza, Companion si trasforma in un trip allucinante condito da un po’ di sangue che si sofferma sul rapporto tra Iris e Josh, mettendone a nudo la relazione e costringendoli a rivelare la loro vera natura e le loro vere intenzioni. L’umorismo nero del regista accentua la sensazione di disagio che fa venire i brividi e ridere allo stesso tempo. Grazie ad una solida scrittura, Hancock costruisce un’atmosfera di suspense, giocando con i cliché dei vari generi. La pellicola esplora temi come la gelosia, la possessività e la manipolazione, offrendo una critica sociale sottile ma incisiva.
Sophie Thatcher è la vera rivelazione del film. Inizialmente timida e affettuosa, subisce una trasformazione radicale quando viene messa alle strette. Le sue priorità cambiano drasticamente: la libertà diventa il suo bene più prezioso, superando ogni altro legame, incluso l’amore. Quaid, con il suo fascino da bravo ragazzo, interpreta alla perfezione il ruolo del manipolatore, celando abilmente l’oscurità che si nasconde dietro la sua apparenza innocente.
Hancock riesce magistralmente a bilanciare l’atmosfera romantica e gioviale iniziale con elementi da commedia horror, creando una storia interessante e ricca di colpi di scena. La sceneggiatura gioca con le aspettative del pubblico, sorprendendolo costantemente senza mai tradirlo. Il finale è abbastanza telefonato ma sinceramente non ci si poteva aspettare di meglio da un titolo così.
Non è certamente un film originale e molte trovate sono prese qua e là da film come Lucy, Ex Machina e Limitless, ma come opera a basso budget ha una propria dignità capace di sorprendere anche quando sembra di aver anticipato gli eventi. Se siete alla ricerca di un thriller romanticone con un pizzico di horror, Companion potrebbe fare al caso vostro.